La Sezione ANVRG di Asti e il Rotary Club Sezione di Asti hanno organizzato il 5 marzo, alla vigilia delle celebrazioni per il 60° anniversario dei Trattati di Roma e a 150 anni dalla venuta di Giuseppe Garibaldi ad Asti, un convegno dal titolo “Le radici dell’europeismo: conoscere la storia per scrivere il futuro in modo consapevole”.
Il convegno si è aperto con i saluti del Sindaco, Fabrizio Brignolo, che ha parlato dell’attività dell’ANVRG in Asti e del Museo dedicato alla Divisione Garibaldi, vero fiore all’occhiello per la città e del Presidente del Rotary di Asti, Giorgio Gianuzzi, che, oltre ad evidenziare l’interesse della sua Associazione per il tema europeista, ha manifestato una forte condivisione di valori con l’ANVRG che potrà sfociare in altre future collaborazioni.
Successivamente, si è svolto l’intervento di Mariella Bortoletto che ha spiegato le motivazioni per cui l’ANVRG ha organizzato il convegno, ricordando che Giuseppe Garibaldi, vedendo lontano, sostenne, quando l’Italia non era ancora unita, la necessità di giungere a un’unione tra i Paesi europei come condizione per superare lo stato di guerra permanente, generato dai nazionalismi, e per affermare un benessere duraturo per i popoli del nostro continente.
In un periodo difficile per l’Unione Europea, si è ritenuto quindi importante dare un contributo nel ripercorrere le vicende e comprendere gli ideali e le ragioni pratiche che sono alla base dell’europeismo con la finalità di offrire ai presenti elementi di conoscenza utili a maturare un’idea rispetto alla questione europea, senza farsi condizionare dai tanti discorsi più o meno strumentali che si sentono di questi tempi.
Il convegno è quindi proseguito con gli interventi della nostra vicepresidente, Anna Maria Lazzarino del Grosso, in veste di intervistatrice, e del professor Corrado Malandrino della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università del Piemonte Orientale, nonché titolare della prestigiosa cattedra Jean Monnet, sul tema “Il sogno europeo: radici, promesse, sfide attuali”
Le diffuse risposte del prof. Malandrino ai diversi quesiti posti dalla sua interlocutrice hanno messo in luce le radici storiche del sorgere di una coscienza europeista a partire dal contributo mazziniano, fatto proprio da Giuseppe Garibaldi che lo fuse in un documento importante quale il suo Memorandum dell’ottobre 1860 alle nazioni europee, nel quale le potenze erano invitate a fare passi concreti verso la loro integrazione economica, politica e militare in nome della realizzazione dell’ideale della pace e del comune sviluppo economico e sociale. Questa eredità di pensiero, arricchita nel Novecento dai contributi di pensatori federalisti e di statisti europeisti che nel 1950 avviarono il concreto processo di integrazione che ha portato nel 1992 alla fondazione dell’Unione europea, dovrebbe esser tenuta, come sottolineato da entrambi i relatori, maggiormente in conto oggi, nel corso della più profonda crisi “esistenziale” che squassa l’Unione sugli importanti problemi dei debiti sovrani, del destino dell’euro, della costruzione di una governance economica europea, sulla questione dei migranti, sugli attacchi antieuropei dei partiti e movimenti populisti, sulla gestione della brexit ecc. Per superare tale crisi, secondo il prof. Malandrino, è necessario che i paesi membri si pongano con forza l’obiettivo del passaggio da una fase di integrazione economica funzionalistico-comunitaria a una più efficace unità politica, che impone anche profonde riforme istituzionali in senso federalizzante.
È poi intervenuta la nostra Presidente Annita Garibaldi Jallet che ha parlato dell’importanza delle associazioni europeiste e federaliste durante gli anni che hanno preceduto la nascita delle istituzioni che oggi reggono l’Unione Europea.
Le associazioni a favore di una federazione europea sono apparse anche prima del secondo conflitto mondiale, nella speranza di riuscire a portare l’opinione pubblica a mobilitarsi per il mantenimento della pace, poi l’ideale europeo è stato presente nelle maggiori reti della Resistenza (citiamo solo i fratelli Rosselli, Alexandre Marc in Francia, Silvio Trentin, i giovani tedeschi della Rosa Bianca, ecc.) alla quale hanno dato il loro contributo quelli che saranno poi i grandi leader politici del dopoguerra: Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni, nascono dalla stessa opposizione al fascismo. Altri filoni di pensiero nascono attorno all’umanesimo di un Jacques Maritain, al pensiero del filosofo Emmanuel Mounier, di Jean Monnet e Robert Schumann. La sinistra europea ostacolata dalla guerra fredda cresce nella vita associativa. Prima ancora che nascano i partiti europeisti, è il Movimento federalista Europeo a creare i presupposti per un pensiero europeo che possa essere trasversale alle forze politiche in nome della civiltà comune ai popoli del continente. La vita associativa sarà incanalata nel Movimento Europeo, che nasce nel 1948, ma rimane vivace, anche attraverso la sua componente federalista il cui pensiero progredisce sotto la guida della scuola di Pavia animata da Mario Albertini. Ancora oggi molte associazioni dagli interessi variegati si riconoscono nell’appartenenza al Movimento Europeo, tra le quali la nostra ANVRG, memore dell’appello di Giuseppe Garibaldi per gli Stati Uniti d’Europa, un ideale che lo condusse al Congresso dalla Pace di Ginevra nel 1867.
Il convegno si è chiuso con un breve dibattito a cui hanno partecipato il prof. Malandrino, l’ing. Giovanni Periale, Presidente della Scuola di Alta Formazione Ethica e Francesco Maria Rabazzi, Segretario della Sezione ANVRG di Milano, che hanno discusso dell’importanza per il nostro Paese di restare in Europa e di come i giovani vedono oggi l’Unione Europea.
Abbiamo raccolto apprezzamenti da tutti i partecipanti, che hanno evidenziato la chiarezza e la competenza dei relatori e la stampa locale ha dato ampio risalto all’evento.
Fa piacere notare che, anche in occasione della celebrazione del 25 aprile, il Sindaco, nel suo discorso ufficiale, ha citato la nostra Associazione, il Museo dedicato alla Divisione Garibaldi unicum a livello nazionale e il recente convegno sull’europeismo come esempi di attività culturali svolte a favore di tutta la cittadinanza, in linea con il ricordo e la celebrazione di un glorioso passato ma, nel contempo, rivolte al futuro.